11 settembre 2002

11 settembre: un anno dopo

Era un martedì pomeriggio. Stranamente non stavo ascoltando la radio, ma sul mio stereo girava un cd. Terminata l'ultima canzone, la radio ha preso a sbraitare: era già successo! Una serie di voci confuse che si sforzavano di dare una spiegazione a ciò che non riuscivano a capire! Subito la corsa verso la televisione, alla ricerca delle immagini di ciò che nessuno avrebbe voluto vedere! Fiamme, urla, disperazione, e poi… il crollo.

Ieri sera parlavano di 2801 persone morte nell'incidente. NULLA, in confronto alle ventimila che ogni giorno muoiono di fare nel mondo, o alle vittime della guerra o delle mine o dell'AIDS. TROPPE, per noi che a casa nostra non moriamo più né di fame, né di guerra, né per le epidemie.

Non credo che l'11 settembre sia stata una tragedia per l'umanità: ve ne sono ogni giorno di più grandi. Credo che l'11 settembre sia stata una tragedia per il nostro mondo, per il mondo di coloro che continuano a dormire nonostante tutte le altre tragedie. E se di fronte ai risultati di Johannesburg o ai venti di guerra che spirano in Medio Oriente, sembra che il nostro mondo non abbia imparato la lezione, io conservo nel cuore la speranza che ognuno di noi, nel suo piccolo, abbia imparato qualcosa da quel martedì 11 settembre dello scorso anno.

Preghiamo per le vittime di quella tragedia, preghiamo per coloro che non avranno mai un anniversario in cui il modo si ricordi delle loro tragedie personali, e preghiamo soprattutto per noi, che continuiamo ad essere sordi alle grida di dolore dell'umanità!