09 marzo 2008

Un paese che vive di rendita

Nel clima di demenzialità della campagna elettorale in corso, in un paese abituato ormai da decenni al cabotaggio, mi sono imbattutto su un articolo di Giorgi, sul Mattino di Padova. Sembra che l'ennesimo scandalo italiano si stia consumando attorno alla ricostruzione dell 'ultimo Bucintoro. Di per sé, è già abbastanza scandaloso che Venezia, per secoli potenza navale del Mediterraneo, non abbia un museo navale degno di questo nome. Visitare il museo di Barcellona, la ricostruzione della galea don Giovanni d'Austria a grandezza naturale, ed immergersi in secoli di storia navale, è un emozione indiscrivibile per gli appassionati, e una piacevole parentesi culturale per i semplici turisti.
Già all'epoca della mia visita provai ad immaginarmi un museo navale a Venezia, immerso tra la storia della Serenissima e il fascino della città.
Attraverso l'articolo di Giorgi, ho potuto scoprire cosa stanno combinando i francesi a Rochefort: un'autentica americanata! Dal 1997 stanno ricostruendo la fregata Hermione, e attorno al cantiere è sorto un vero e proprio polo turistico: migliaia di visitatori, souvenir venduti e contributi economici per vedere niente più che un'enorme falegnameria in azione. Il tutto in pieno stile americano: creare la storia dove la storia non c'è o non ha lasciato traccia.
E allora, a noi che viviamo in un paese-museo, con città di provincia che hanno più storia di altre nazioni nel loro insieme, verrebbe da chiederci: siamo capaci soltanto di vivere di rendita?
Se non fosse per gli antichi Romani, per la Chiesa e per le dinastie succedutesi in regni e ducati, avremmo qualche possibilità di attirare turismo culturale?
Ci dimostriamo tanto orgogliosi quando si tratta di recuperare qualche opera d'arte dall'estero, e non riusciamo a renderci conto che, con un po' d'ingegno e efficenza, potremmo creare milioni di posti di lavoro e salvare gli aeroporti in crisi solo facendo fruttare ciò che abbiamo di più prezioso: la nostra storia.